Clamoroso scivolone del software per la navigazione che faceva della discrezione per gli utenti il suo cavallo di battaglia.
Utilizzato sopratutto per la privacy e per operazioni di criptovaluta, il browser Brave ha tradito la fiducia dei suoi utenti reindirizzando ricerche mirate a società risultate affiliate e che pagavano quindi commissioni per ottenere visite dal motore di ricerca utilizzato tramite il software per la navigazione internet.Il caos è scoppiato nelle ultime ore e partito da quando l'utente Criptonator1337 ha notato e pubblicato sul social che la ricerca con query Binance portava automaticamente ad un link di affiliazione.
Binance è una delle società di criptovaluta sino ad ora certificate fra quelle che beneficiavano dei 'favori' di Brave, insieme a Ledger, Coinbaze e Trezor.
Ulteriori meccanismi pilotati sono stati poi scoperti anche nella pagina GitHub di Brave browser, con reindirizzamenti sempre alle stesse società paganti.
Il CEO della software house, Brendan Eich, ha ammesso l'errore e si è subito scusato per l'accaduto, confermando che non ci saranno più 'tali comportamenti' del browser.
Potete approfondire cliccando qui.It's not great, and sorry again. I'm sad about it, too.— BrendanEich (@BrendanEich) June 6, 2020
Articolo di HTNovo