Non avrai più bisogno di cliccare e dirigerti da nessuna parte. Il Web finisce da dove era partito.
Google ha annunciato ieri la sua Modalità AI (AI Mode) per la ricerca, ampiamente spoilerata nei mesi scorsi, con fughe aziendali e anticipazioni date dallo stesso CEO di Alphabet, Sundar Pichai.
Contemporaneamente al lancio della Modalità AI, il gigante del Web ha ufficializzato l'espansione delle Panoramiche AI (AI Overviews), adesso spinte da Gemini 2.0 e accessibili a chiunque, minorenni compresi, senza necessità di login con account Google. Come abbiamo riportato nei giorni scorsi, inoltre, le Panoramiche AI sono in distribuzione da questa settimana anche in Europa (Italia compresa).
Dunque, l'evoluzione della ricerca sul Web prosegue senza sosta e si prepara al passaggio successivo, quello di far arrivare e mantenere gli utenti che cercano informazioni su internet esclusivamente sul motore di ricerca. Le persone potranno avere le risposte e tutti i dettagli inerenti le proprie domande direttamente da Google, senza necessità di dirigersi alle fonti originali di ciò che l'AI comunica, visto che sarà tutto molto esaustivo, completo nel prossimo futuro anche di immagini e video.
La Modalità AI in Ricerca Google sancisce di fatto la fine dei siti Web
In questa maniera, la gente avrà più tempo e potrà dedicarsi maggiormente a ciò che più ama su Internet: farsi i fatti degli altri, spettegolare, proporsi per quello che in realtà non si è su Facebook, Instagram e compagnia bella.
Il Web nel prossimo futuro sarà solamente Google (una minima parte della torta continueranno ad averla anche Bing, ChatGPT e simili) e social network. Stop.
"Internet deve essere snellito, altrimenti rischia di esplodere", avvertono già da qualche anno diversi 'esperti' mondiali. E le Big Tech hanno trovato la prima parte della soluzione: eliminare milioni di siti Web.
La Modalità AI di Google, presto quella di Bing e poi degli altri, nasconde sempre di più i link alle fonti originali di ciò che scrive e restituisce alle ricerche degli utenti. Le persone non avranno necessità di dirigersi agli approfondimenti e presto non avranno neanche modo per farlo. L'inserimento minuscolo e semi-nascosto dei link è solo un modo per evitare problemi di copyright. Ma quei link ben presto non li cliccherà nessuno. Tanto vale toglierli. Ed è quello che molto probabilmente accadrà nelle prossime stagioni, tanto quei siti Web avranno chiuso e nessuno avrà nulla da ridire.
I siti Web uccisi dai loro stessi contenuti
Credi che l'intelligenza artificiale generativa sia davvero intelligente e davvero capace di generare? Beh, sicuramente è capace di copiare.
Tutto ciò che Gemini, Copilot, ChatGPT o Grok scrivono nelle chat che hanno con gli utenti nelle diverse modalità e piattaforme è preso pari pari da pubblicazioni originali di siti Web sparsi per il mondo e attivi magari da anni. Nessuna intelligenza, solo capacità di pescare su internet contenuti per formulare risposte pertinenti, chiare ed esaustive.
Per verificare ciò, basta porre alle diverse AI domande su uno degli argomenti maggiormente trattati dal nostro sito e per i quali siamo da sempre in vetta ai motori di ricerca per ottenere risposte tutte uguali da Gemini, Copilot, ChatGPT, Grok o simili, proprio perché tutte le AI generano le risposte per precise query inserite prendendo pezzi e paragrafi interi di nostri articoli, originali, pensati, scritti e pubblicati da una mente umana (la mia).
I siti Web spariranno a causa dei propri contenuti, frutto di studio, dedizione, sacrificio e, soprattutto, lavoro autentico. Quegli stessi contenuti non saranno più visualizzati dagli utenti sulle pagine dei siti che li hanno realmente generati, ma direttamente nel motore di ricerca.
Un anticipo di quanto sta per accadere Google lo aveva servito ai titolari di siti Web già con la tremenda serie di aggiornamenti dell'algoritmo di ricerca lanciati nell'autunno del 2023 e proseguiti sino allo scorso mese di dicembre (e - non confermati - tuttora in corso), con cui il gigante californiano ha ucciso senza nessuna ragione apparente migliaia di siti internet e creatori di straordinari contenuti, unici ed originali. Un po' come dire: "Preparati, perché fra non molto dovrai cambiare lavoro. Irrimediabilmente".
Il sistema si reggerà certamente per i prossimi anni, dato che a sparire saranno in primis milioni di siti indipendenti come il nostro, con le testate delle Big Media che all'inizio riusciranno a resistere all'onda d'urto AI e che continueranno ad alimentare l'intelligenza artificiale. Il problema (per tutti) si porrà quando anche le Big Media non avranno più reale fonte di alimentazione, visto che anche loro, come l'AI, si cibano fortemente di contenuti creati dai blog indipendenti. Chi vivrà vedrà.
Per la cronaca, la Modalità AI di Google è stata lanciata ieri sera per abbonati Google One AI Premium invitati ai test nel programma sperimentale Search Labs. Se ti interessa approfondire, puoi puntare qui oppure, se preferisci, chiedere all'intelligenza artificiale.